Roma, 10 e 11 marzo la due giorni di Zero Waste Italy contro inceneritore e piano rifiuti

Venerdì 10 marzo e sabato 11 marzo presso La Pinetina di Roma si tengono due incontri organizzati da Zero Waste Italy contro l'inceneritore e il piano rifiuti della città. Presenti il presidente dell'associazione Zero Waste Europe Rossano Ercolini, Paul Connet, professore emerito alla St. Lawrence University New York, ed Enzo Favoino, il coordinatore del Comitato Scientifico Zero Waste. A tal proposito verrà illustrato il Piano Rifiuti Zero ideato da Zero Waste Europe seguendo il Pacchetto Economia Circolare UE del 2018

Roma rifiuti inceneritore

Promossi da Zero Waste Italy in collaborazione con Zero Waste Europe, venerdì 10 marzo e sabato 11 marzo si terranno due incontri presso La Pinetina di Roma, in Via Ardeatina 2491 dove comitati e associazioni anti inceneritore di Santa Palomba illustreranno la strategia Rifiuti Zero alla società civile e ai rappresentanti politici.

Questi due incontri rientrano nella Campagna Nazionale contro gli inceneritori a favore di Rifiuti Zero di Zero Waste Italy e, dopo i primi incontri di febbraio, il presidente dell’associazione Zero Waste Europe Rossano Ercolini torna a Roma con Paul Connet, professore emerito alla St. Lawrence University New Yord e con Enzo Favoino, il coordinatore del Comitato Scientifico Zero Waste.

Venerdì 10 marzo gli incontri inizieranno alle ore 18:30, mentre l’11 marzo alle ore 11:00 e la discussione verterà sul Piano alternativo per la gestione dei rifiuti di Roma elaborato da Zero Waste Europe, secondo i principi europei del recupero di materia, del trattamento a freddo del residuo e dell’economia circolare. Il modello Rifiuti Zero, infatti, prevede che i materiali e l’energia utilizzati per fabbricare i prodotti mantengano il loro valore il più a lungo possibile. Di fatto, i rifiuti sono ridotti al minimo e si utilizzano quante meno risorse possibili.

Cosa prevede il Piano Rifiuti Zero per Roma

Il modello Rifiuti Zero per la città di Roma prevede una riduzione dei rifiuti del 15% e una raccolta differenziata all’80% in cinque anni per riuscire a centrare l’obiettivo previsto al 2030.

“Rimarrebbero 287.000 tonnellate da trattare a freddo riconvertendo gli attuali TMB in <<Fabbriche dei materiali>> che si concentrano su un ulteriore recupero di materia in rispetto della gerarchia europea tesa all’economia circolare. Al netto di tutto ci sarebbero 141.000 tonnellate da smaltire nelle modalità indicate dal nostro schema di piano e un conferimento in discarica del 10% entro i limiti di legge”, dichiara Zero Waste Italy.

Il percorso proposto minimizza quantità, volumetrie e carica batterica dei flussi massimizzando il recupero di materia come tecnologia da prediligere ai sensi del Pacchetto Economia Circolare UE del 2018, in particolare l’art. 5bis della Dir. 2018/851/UE, che limita al 10% la sommatoria di incenerimento, tmb e discarica. Inoltre non produce CSS (Combustibile Solido Secondario). La riduzione è data per la gran parte dal passaggio dai cassonetti stradali alla raccolta porta a porta, dall’applicazione della tariffa puntuale e dalla combinazione, a titolo di esempio, di sistemi di riparazione e riuso, incentivazione all’uso di pannolini lavabili, realizzazione di casette per l’acqua per ridurre le plastiche e progetti rivolti al turismo quali hotel, ristoranti bar a rifiuti zero. Il Piano consente di recuperare materiali da avviare ad operazioni di downciclyng (e in parte di upciclyng come nel caso del recupero dei metalli e/o delle plastiche di pregio quali HDPE, LDPE, PP, PET). Questo tipo di impiantistica opera secondo i metodi diffusi del vaglio rotante, di elettrocalamite, di correnti ad aria compressa ecc.. All’interno del “trattamento a freddo”, al fine di rendere massima la resa industriale dell’impianto, è possibile
realizzare – tra l’altro – il riciclo dei pannolini – pannoloni (che per il cosiddetto “effetto concentrazione” derivante dalle alte rese di RD risulta stimabile in circa il 35% del RUR) e una linea di estrusione-stampaggio per le plastiche eterogenee (plasmix) per la realizzazione di manufatti come tubi idraulici, arredi, cordoli per piste ciclabili, pavimentazioni, vasi per florovivaistica, pallett ed altri ancora.
Come ha dimostrato il report The circular economy at work: Jobs and skills for London’s low carbon future 2022 – realizzato da ReLondon in collaborazione con Valpak –nella sola città di Londra, perseguire strategie di economia circolare e raggiungere gli obiettivi di strategia ambientale fissati per la città potrebbe creare oltre 280 mila nuovi posti di lavoro in un decennio, superando così potenzialmente le 500 mila posizioni lavorative circolari in città”, continua Zero Waste.